Miglior font gratuito per pubblicare un libro [FSL#2]

Miglior font gratuito per pubblicare un libro [FSL#2]

Gli aspiranti scrittori e il self publishing sono in voga da ormai qualche tempo, e sono venuti per rimanere, se mi concedi l’anglicismo. Nell’affrontare l’odissea dell’autopubblicazione, però, aldilà della qualità del testo in sé, si commettono un sacco di errori tecnici ed estetici.

Uno dei problemi più comuni è senz’altro la scelta di un font adatto alla stampa del proprio manoscritto, indipendentemente dalla piattaforma selezionata. Infatti non tutti disponiamo dei font professionali usati dalle case editrici, come l’aggraziato Simoncini Garamond o Bembo o ancora Baskerville (se siete curiosi circa quali sono i più utilizzati dalle case editrici e volete le prove, fate un salto qui).

Che font dovrei usare, allora, per impaginare un libro? Nessun problema, avranno pensato in molti, posso ricorrere a un qualsiasi font preinstallato sul mio sistema operativo, come Times New Roman, Georgia o chi per essi. Giusto?

Sbagliato.

Al prossimo libro, peggio, romanzo, stampato con Times New Roman dovranno staccarmi a badilate dal collo dell’ingenuo autore o acquirente del libro in questione. Dovranno staccarmi e sopprimermi — e assieme a me anche il malcapitato, perché sarò contagioso (spero). E non farmi nemmeno pensare a chi usa un font sans-serif, o bastone, come li si chiama a volte in Italia. Un libro stampato usando Arial o Calibri… Brr…

Quali sono le alternative per un comune mortale, allora? Che cosa posso fare se non craccare Office per ritrovarmi qualche font più decente o scaricare impunemente un font professionale?

Ma come? Non hai letto il titolo di questa rubrica? Ci sono bizzeffe, bizzeffe di font gratis e professionali là fuori. C’è solo l’imbarazzo della scelta. Ecco appunto, ce ne sono così tanti rischieresti di metterti in imbarazzo da sola/o, scegliendone uno gagliardo ma non adatto.

Lascia che ti aiuti io! Grazie al mio disturbo ossessivo compulsivo ho passato ore e ore giorni e giorni a studiare il caso e a testare decine di font diversi per il mio libro. Ogni volta che prendevo una decisione, però, il giorno dopo cambiavo idea e ricominciavo da capo. A due anni di distanza posso dire di essere guarito (e sono troppo lontano da questo passo col mio secondo romanzo per soffrire una ricaduta), quindi posso affrontare l’argomento col senno di poi.

Per la stampa di un romanzo normalmente sono indispensabili solo 2 font: il romano (leggasi dritto) e il corsivo. Il grassetto non nuoce per i titoli, anche se spesso si preferisce un font diverso ed è quindi prescindibile. In questa selezione, pertanto, ho tenuto conto esclusivamente di romano e corsivo, pur sottolineando l’esistenza o la mancanza del grassetto.

Un altro aspetto da tenere in conto è se il nostro font dispone o meno di legature, dei glifi speciali che fondono tra loro più lettere. Le legature più usate sono fi, ff e ffi. Le leggiamo continuamente nei libri senza nemmeno rendercene conto, quindi mi è sembrato giusto evidenziare se possiamo contare su di loro. Ci tengo anche a precisare che non sempre la mancanza di legature è un problema. Palatino, per esempio (il font di riferimento di Mondadori), non le usa né in romano né in corsivo, quindi, se un font ti piace, non farti problemi.

Senza ulteriori indugi, quindi (perché come avrai notato indugio con la stessa frequenza con cui respiro), ti presento i migliori caratteri gratuiti per scrivere, stampare e pubblicare libri! E anche questa volta ho le prove!


Alegreya

Alegreya è una bestia versatile e dannatamente elegante, disegnato da Juan Pablo del Peral della Huerta Tipográfica. Fa parte di una super famiglia tipografica che comprende 3 stili con corsivi e maiuscoletti (12 font in tutto) per quanto riguarda la versione serif e ben 7 stili con corsivi e maiuscoletti (28 font in tutto) nella versione sans-serif.

Come dicevo, per la stampa di un romanzo è normalmente indispensabile solo la presenza del corsivo e magari del grassetto, ma Alegreya si rimbocca le maniche e si presta ad accontentare ogni tua esigenza.

È il font con cui, dopo lungo tergiversare, ho stampato la seconda riveduta-e-corretta edizione di Non tutti i principi nascono azzurri. Inutile dire che lo trovo magnifico, insolito e anche abbastanza invisibile, perché un buon font non deve attrarre l’attenzione, ma restare sullo sfondo e lasciare spazio alla storia. Sono sicuro che Alegreya possa stupire, all’inizio, come una guida un po’ stravagante, ma come ogni buona guida prenderà per mano il lettore e si farà da parte, dopo le presentazioni.

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Alegreya - Miglior font gratuito per libri


Baskervald

Baskervald è un’alternativa gratuita al font più persuasivo della storia, Baskerville. Disegnato dalla Arkandis Digital Foundry proprio per colmare questa lacuna.

Baskerville non è tra i font più utilizzati nell’editoria, non moderna, almeno, con alcune eccezioni di rilievo come Adelphi e Harper. Storicamente, invece, è stato mooolto utilizzato, cosa che ho potuto comprovare sfogliando titoli di metà novecento di mia nonna: tre su cinque usavano Baskerville, quindi non sottovaluterei questa versione gratuita di un font tanto apprezzato, poiché non è affatto inferiore all’originale.

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Baskervald - Miglior font gratuito per libri


Cardo

Cardo è un font gratuito disegnato da David Perry per studiosi e ricercatori. Il suo nome è una contrazione di Card(inale Bemb)o e si basa proprio sui caratteri tipografici creati da Francesco Griffo da Bologna per l’edizione del De Aetna di Pietro Bembo, difatti è un’ottima alternativa ai font commerciali con cui condivide l’ispirazione, come Dante, Aetna e l’ubiquo Bembo, molto usati nell’editoria inglese e americana — quest’ultimo addirittura quanto il Simoncini Garamond qui in Italia.

È un ottimo font invisibile: fa il suo lavoro senza attrarre l’attenzione, e lo fa egregiamente. Di certo un’ottima scelta se ti piace e vuoi rimanere sul classico.

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Cardo - Miglior font gratuito per libri


Crimson Text

Crimson è un font che trae ispirazione da diversi font classici, ma senza sbilanciarsi. Sabon, Arno, Minion e Garamond sono citati a ispirazione dal suo creatore, Sebastian Kosch, e il risultato è un font davvero ben riuscito e oltretutto open-source, per cui chiunque può dare una mano all’autore o lavorarci su per conto suo. Se la filosofia open è importante per te è senz’altro un’ottima scelta (se non la migliore). E, anche se non dovesse importarti, rimane un ottimo candidato per la stampa del tuo libro.

Ne è anche stata realizzata una versione estesa con caratteri matematici per materie scientifiche, chiamata Cochineal.

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Crimson Text - Miglior font gratuito per libri


Pagella TeX Gyre

Pagella è una versione ampliata di URW Palladio L, un font commerciale e rilasciato in seguito apertamente dalla URW++ e disegnato originariamente da nientedimeno che Hermann Zapf.

Oggigiorno è l’unica alternativa gratuita (e open-source!) al famoso Palatino della Linotype. Come scritto altrove, questo è il font scelto da Mondadori e Orbit per i loro libri, e senz’altro da molte altre case editrici, anche se taluni lo snobbano per via delle sue virgolette troppo moderne. Proprio queste forme, invece, lo rendono un candidato ideale per la saggistica e per testi scientifici (ne esiste anche una versione con caratteri matematici).

Io, a dire il vero, non ci vedo nulla di male, e quest’alternativa gratuita della GUST e-Foundry resta uno dei miei serif preferiti.

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Pagella - Miglior font gratuito per libri


Menzioni d’onore

Sorts Mill Goudy

Un revival del font Goudy Oldstyle, disegnato e rilasciato come font open-source dalla League of Moveable Type. Ha un corsivo davvero niente male e in generale delle belle proporzioni, ma le sue maiuscole sono forse troppo eccentriche. Cioè, se dovessi metterne più di tre una di fila all’altra, attrarrebbe molta attenzione, secondo me. Comunque è stato molto usato in passato, pare (stavolta non ho prove), ed è uno dei migliori serif open-source che ci siano in circolazione, quindi si merita di essere proposto.

Mi piace soprattutto come font alternativo, nel caso ne avessi bisogno per un romanzo in cui un personaggio/razza/lingua si esprime in un altro modo e volessi sottolinearlo così. Altrimenti, con le sue maiuscole e corsivo particolari, può essere un’ottima scelta per titoli e copertina o se sei alla ricerca di qualcosa che rompa le regole.

Aggiornamento di giugno 2018: Per chi fosse rimasto colpito da questo font, ne ho trovata una versione ampliata che comprende anche grassetto e grassetto corsivo, più qualche carattere speciale, alternative stilistiche e webdings.
Grazie al suo autore Bhikkhu Pesala e alla filosofia open-source, lo potete trovare qui!

Sorts Mill Goudy - Miglior font gratuito per libri


Rosarivo

Un altro bel font, disegnato da Pablo Ugerman, che non mi sento di usare come unico font per un piccolo difetto: mancano le legature, e talvolta si nota. In questo caso mi scoccia perché, a differenza di Pagella e Crimson, la f e la i praticamente si toccano (in corsivo decisamente si toccano).

Per titoli, spezzoni e copertina, però, è davvero una bella opzione. E se scatta il colpo di fulmine, be’, chi sono io per dirti di non usarlo?

Rosarivo - Miglior font gratuito per libri


EB Garamond

“Ma come? Hai stampato la prima versione del tuo romanzo con questo font e ora si becca solo una menzione d’onore?”
Ebbene sì, per due motivi: uno personale e l’altro soggettivo, che non hanno nulla a che vedere con l’ottimo lavoro di Georg Duffner.

Motivo personale: Garamond mi esce dagli occhi, in ogni sua versione… in Italia praticamente tutto si stampa con Garamond. Per carità: è un font dalle proporzioni divine; si usa da più di cinquecento anni e ci sarà pure un motivo; questa versione non solo gratis ma open-source gli fa solo onore; eccetera ed eccetera… Ma io, nel mio piccolo, mi sono permesso di dire basta.

Motivo soggettivo: a differenza del Simoncini Garamond (ma così come Garamond Classico, Adobe Garamond e altre versioni molto usate) è un po’ stretto, o meglio, ha un’altezza della x piuttosto ridotta o forse solo degli ascendenti piuttosto alti, fatto sta che, almeno su carta e a 12pt, mi sembra un po’ stretto, cosa che non avevo mai percepito al computer.

EB Garamond - Miglior font gratuito per libri


Guida all’uso (e abuso)

Consigli

Per chi vuole rompere le regole con stile: Alegreya

Per quelli dal gusto classico: Cardo / EB Garamond

Per quelli che preferiscono forme moderne: TeX Gyre Pagella / Crimson Text

Per gli amanti di Adelphi e dell’editoria d’antan: Baskervald

Per gli amanti di Mondadori: TeX Gyre Pagella

Per chi scrive saggistica (scientifica o no): TeX Gyre Pagella / Crimson Text

Per chi preferisce gli editori inglesi: Cardo

Per chi vive e respira open-source: Crimson Text / TeX Gyre Pagella / EB Garamond / Sorts Mill Goudy

Alternative gratuite

Alternativa a Garamond: EB Garamond / Crimson Text

Alternativa a Baskerville: Baskervald

Alternativa a Bembo: Cardo

Alternativa a Minion: Crimson Text

Alternativa a Palatino: TeX Gyre Pagella

Tiriamo le somme

Spero che questo articolo possa essere d’aiuto a quanti più aspiranti là fuori che, come me, stanno pensando di pubblicare il loro lavoro con le proprie mani ma che non sanno bene da dove cominciare.

So per esperienza quanto sia frustrante dover fare i conti con una cosa che non si capisce e che non dà alcuna gioia, ma che, ahimè, tocca affrontare. Io, per esempio, scappo con la coda fra le gambe davanti al lavoro di promozione e la presenza assidua sui social. Non so vendermi e forse non saprò mai farlo.

Mi piacerebbe poterne fare a meno o avere qualcuno a cui affidarlo senza timori, ma di questi tempi sono necessari mille talenti, per spuntarla, e laddove molte persone trovano il reparto grafico di difficile avvicinamento o addirittura ostico io mi sento a mio agio (è anche il mio lavoro, del resto). Adoro tutto ciò che riguarda il processo creativo di un libro, dalla “semplice” scrittura, al lavoro di layout, il disegno della copertina e la delicata scelta del font con cui stamparlo. Quindi, se mi è possibile spianare la strada a chi fatica in questo campo, sono lieto di farlo.

Se hai ancora le idee confuse o, peggio, hai ancora più domande di prima, non esitare a chiedere!

Finisce qui la seconda puntata della rubrica Febbre del Software Libero, che con un po’ di fortuna riuscirò a seguire con più assiduità presto (vedi avversione al lavoro di promozione e presenza sulle reti sociali). Farò del mio meglio, lo sgiuro!

Ultima revisione: Giugno 2020

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