Sempre in anticipo, sempre in ritardo

Sempre in anticipo, sempre in ritardo

Cara lettrice sconosciuta,
Come forse ricordi, poco più di un anno fa (grossomodo esattamente il 9 marzo 2021), presi la decisione di continuare la storia di Layne il principe non azzurro e di “metterci di dentro anche i pirati” (cit).

Come successe con l’Accademia per Principi Azzurri™ e Shrek III, sono in anticipo sui tempi, ma in ritardo con la produzione.

Come volevasi dimostrare, nell’arco di questo “poco più di un anno”, è uscita una serie comica sui pirati che sta conquistando il mondo, Our flag means death, e addirittura Ron Gilbert ha annunciato che dopo un trilione di anni di attesa dove ormai nessuno ci credeva più, presto uscirà un nuovo Monkey Island. IL nuovo Monkey Island. La SUA versione di Monkey Island III (che IMHO è fighissimo così com’è, ma va be’).

Cioè.

Io mi preparo a scrivere un libro comico sui e coi pirati, una lettera d’amore a Guybrush Threepwood e la saga punta e clicca che protagonizza e che tanto mi ha influenzato (come spero si noti da NTIPNA e Voodoo Child), e poi

BAM!

I pirati, dopo le angherie inflitte loro da tutti i sequel non necessari di Pirates of the Caribbean di Disney, tornano di moda prima che io possa dire la mia e ora sembrerò solo un altro opportunista che segue le mode.

Cioè.

E che vi dico a fare che in data novembre 2019, dopo anni di letargo, avevo a suo tempo deciso di espandere un altro dei miei lavori slash idee che mi frullano in testa slash mini videogame in un romanzo epidemico con protagonista un inetto germofobico, alle prese con una grave epidemia (forse che sì zombi forse che no zombi), e poi

BAM!

Pochi mesi dopo il mondo intero (voi compresi, se non ve ne foste accorti) si ritrova alle prese con una grave epidemia, e tutti giù a scrivere di virus e batteri e contagi. E io che faccio? La voglia di continuare se ne va con la stessa velocità con cui Hollywood riesce a banchettare con, rigurgitare e riciclare fino allo sfinimento, e poi lasciare ai corvi un concetto di successo.

Cioè.

Non sto dicendo di aver provocato il Covid, certo che no (spero), ma diamine! Già ci ho rimesso un’idea, non me ne togliete un altra.

Ecco.

Quindi credo che me ne starò quieto quieto, tanto scrivo più lentamente di quanto Matusalemme legga (era famoso anche per questo, giuro. È vissuto così a lungo perché leggeva lentissimo e voleva finire The Kingkiller Chronicle e A song of Ice and Fire, ma alla fine non ha retto. Ha finito i libri in tempo ed è morto nell’attesa pure lui). Cosa stavo dicendo? Ah, sí. Me ne starò quieto quieto, tanto sono lentissimo a scrivere, quindi quando mai finirò il mio terzo libro, che parli di pirati o di epidemie, saranno tornati di moda i vampiri e io avrò probabilmente già avuto una buona idea a riguardo e ci rimarrò male di nuovo.

Però non dite che inseguo le mode, perché non le inseguo, casomai le anticipo, ma sono troppo lento per non farmi superare. E poi doppiare. E poi finire a banchettare con la polvere quando ormai nessuno sta guardando.

P.S. Detto questo dichiaro fin da ora il mio amore incondizionato per Return to Monkey Island e non vedo l’ora di provarlo mannaggia sono vent’anni che non gioco ai videogames non mi ricorderò nemmeno come si fa dovrò usare le soluzioni perché non sono abbastanza furbo ma in fondo l’ho sempre fatto non sono mai stato all’altezza di Ron Gilbert Grim Fandango poi che te lo dico a fare nemmeno esco dall’ascensore dell’ufficio se fosse stato per me.

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