Il trasloco infinito

Come molti di voi non sapranno, mi sono appena trasferito.

A vivere da solo, eh, non in Cina.

Non solo-solo, poi. Lontano dalla mamma, sì, ma con la mia fantastica ragazza slash futura dottoressa slash mantenitrice slash cavia della mia cucina.
Compagna di vita, in poche parole.

Il trasloco, iniziato venerdì 16 settembre, sembra ora quasi concluso, ma le necessità di una casa nuova sono sempre dietro l’angolo e le dimenticanze, nonostante infinite liste, una costante.
È un’odissea, giuro.

Da cose semplici come gli asciugamani per il bagno, impossibile non pensarci, si arriva al mocho, presenza fissa dell’infanzia — almeno la mia — e che la semplice accoppiata scopa+straccio non sembra poter sostituire a dovere. Per cui ebbe luogo una folle ricerca di un Mocho Vileda™ nel BILLA sotto casa, risultata nell’agghiacciante scoperta del prezzo di listino. Seguì quindi una folle ricerca di un Mocho Qualsiasi™ alla LIDL, infruttuosa purtroppo, fino alla geniale idea della di me consorte di rivolgersi ai futuri padroni del mondo.
I cinesi e i loro negozietti universali, che alla metà — se non meno — del prezzo, offrono qualsiasi cosa.

E poi ganci a ventosa, sapone da cucina, da pavimento, detersivo, pasta, riso, pentole, pirofile, scottex, sale, pepe, zucchero…
Avete idea di quante cose ci sono SEMPRE in casa, e che invece bisogna comprare ex-novo se è vuota? Io non ce l’avevo. Mamma mia, tutto!
Adattatori, ciabatte, olio, miele, spezie, scotch, forbici, penne, dentifricio…
E quante altre cose da rubare a casa di mammà, precedentemente date per scontate e invece ben presto rimpiante. Ma mai tutte assieme, ovviamente, per costringerci a fare avanti e indietro continuamente.
Stracci, lampade, cavi, coperte, caffettiere, lenzuola, chiodi, attrezzi, pompe per la bici…
Il tutto, a parte questi ultimi furti, con un grande esborso economico e temporale, distribuito in continue visite ai supermercati, mercati rionali, Ikea, cartolerie, esplorazioni di quartiere… giusto per dilazionare le spese e non farci rendere conto dei numeri effettivi.
Va be’, è la prima settimana, staremo più attenti.
Ecco, staremo più attenti. Fino ad ottobre dieta forzata e consumo di tutto ciò che è stato già acquistato.
Ora manca una bella lavagna su cui appuntare settimanalmente il menù di ciascun giorno, poiché l’improvvisazione è nemica delle tasche di noi giovani, poveri, aspiranti indipendenti. La programmazione l’unica via per far fronte alla crisi e al sovrapprezzo e all’iva.
Incubi neri di prezzi al kilo esorbitanti, Coca-Cola che raggiunge l’euro al litro e tante, troppe patate.

Però, non farei a cambio con nessun altro. Per la prima volta nella vita, sono artefice del mio non-futuro, e questa responsabilità mi piace. Mi piace assai. E mi piace anche la mia pasta a 54 centesimi al kilo. E le mie cipolle e risotti. E yogurt e sottomarche.
Sìsì, è ora di rimboccarsi le maniche!

Però porca merda continuo a dimenticarmi il pelapatate!

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